Ciao,
nelle chiacchiere con amici, colleghi e professionisti in generale, insisto sempre sul valore dell'approfondimento tematico. Approfondimento che, nella mia routine, passa soprattutto attraverso 5 strumenti: libri, giornali, podcast, documentari e newsletter.
Non ho intenzione, almeno per il momento, di scrivere un libro. Né tantomeno di aprire un giornale, di girare un documentario o lanciare un podcast. Mi sono (a proposito, se siete finiti qui per caso e non sapete chi sia, ecco la risposta più rapida) invece convinto dell'utilità di dar vita a una nuova newsletter sulle tendenze digitali. L'obiettivo è fornire una prospettiva dell'evoluzione della comunicazione digitale, politica e non. Come? | Proponendo una fotografia del comportamento dei protagonisti delle dinamiche di comunicazione, analizzando i cambiamenti dei canali in cui si muovono e provando a prevedere i trend futuri all'interno dei social e della rete in senso più tradizionale. | Ogni invio si baserà su tre news, con un approfondimento maggiore in base alla rilevanza della notizia. Ti chiedo solo un piccolo sforzo nel far girare la newsletter (qui la pagina per l'iscrizione), inviandola, come si suol dire, a parenti e amici. Se invece non fossi interessato a riceverla, in fondo trovi il tasto per cancellare l'iscrizione. Si parte! | | 1. Non si vive solo di social È uscito il nuovo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Oltre ad alcuni dati sulle opinioni degli italiani da mani nei capelli, al suo interno è presente il capitolo "Comunicazione e media". Bene, cosa emerge? Che, in un'era sempre più digitale, la fonte di informazione principale per il 60,1% degli italiani sono i cari e vecchi telegiornali (dato che si attesta al 73,2% tra gli over 65). E al secondo posto? | | Al secondo posto c'è Facebook, utilizzato dal 30,1% degli italiani a scopi informativi. Seguito dai motori di ricerca come Google, che hanno attratto il 22,9% degli utenti per informarsi. Dati che confermano ancora una volta come, soprattutto nell'ambito della comunicazione politica digitale, nella maggior parte delle campagne elettorali si debba ragionare su strategie digital in senso largo. Evitando di commettere l'errore di concentrarsi solo sui social. E, considerando i dati sui telegiornali, evitando di credere che le campagne si esauriscano sul web. | | 2. Tanto casino fatto da pochi: Twitter e ParetoUno studio pubblicato dal Pew Research Center ribadisce l'esistenza di uno schema abbastanza consolidato sui social: la maggior parte del rumore viene prodotto da una esigua quantità di account. | | Nello specifico, l'analisi dimostra come il 97% dei tweet venga prodotto dal 25% degli utenti. Tutto molto simile al Principio di Pareto: circa il 20% delle cause provoca l'80% degli effetti. Il che, come provo a spiegare spesso su Twitter, tende a falsare la percezione di chi non conosce il funzionamento degli algoritmi. | | 3. La Generazione Z e LinkedinPremessa per i pochi che ancora non lo sapessero: la Gen Z è quella dei nati tra il 1996 e il 2010. Solitamente, in comunicazione, se ne parla in relazione all'utilizzo di social come TikTok. Ho invece trovato molto interessante uno studio pubblicato da Linkedin, con questa significativa introduzione: | "Gen Z is the fastest-growing global audience demographic on LinkedIn. At present, there are 78 million global Gen Zers on LinkedIn, representing roughly 10% of LinkedIn’s global member base. Soon, Gen Z will become the largest generation of consumers, currently accounting for $143 billion in direct spending". | Le aziende si trovano dunque davanti a una fetta enorme di nuovi consumatori, e spesso non ne conoscono le abitudini e i comportamenti digitali. Ad esempio: che opinione ha di Linkedin la Gen Z? Ottima. L'80% si fida infatti di questo social network. Il 73% si sente sicuro nel postare contenuti e interagire con altri utenti. E, dato ancora più importante lato marketing, il 75% dichiara di ritenere preziosi i contenuti che aziende e organizzazioni pubblicano nelle proprie pagine Linkedin. Un ultimo aspetto descrive molto bene il segmento Gen Z: | | I membri della Gen Z sono dunque ambiziosi, ma allo stesso tempo si considerano dotati di coscienza sociale, prestando grande attenzione agli aspetti valoriali. |
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