Il Digital Green Certificate
Conversazione con i soci di Leonardo Procopio, socio consigliere
Anssaif.
Procopio ha una pluriennale esperienza nella sicurezza in aziende del settore
bancario e in particolare presso banche appartenenti a gruppi internazionali
che hanno sede anche in Italia.
I temi in oggetto
riguardanti il Digital Green Certificate e perchè la mobilità delle
persone in Europa sembrano interessare il settore bancario, sono stati
portati in una conversazione Anssaif il 7 aprile scorso.
Nella mia pluriennale
esperienza nel settore bancario ho potuto constatare l'importanza dei
temi di cui mi sono sempre occupato che vanno dalla salute e sicurezza delle
persone negli ambienti di lavoro, alla sicurezza fisica, alla resilienza
aziendale e gestione delle crisi.
In questo periodo di
pandemia i temi relativi all’ ambiente di lavoro, spazio fisico negli uffici e
virtuale (come lo smartworking e le riunioni a distanza) insieme alla
tecnologia delle informazioni, sono diventati prepotentemente prioritari per
un' azienda.
Nella aziende, come è
noto, sono stati implementati protocolli anti-contagio che hanno trattato i
temi dell'ambiente di lavoro compreso quello della mobilità delle persone.
Nelle aziende multinazionali del settore
bancario la mobilità delle persone è molto importante per il business
soprattutto per le divisioni focalizzate nelle relazioni con clientela
istituzionale e corporate, in modo meno impattante, probabilmente, nella
divisione retail.
La commissione Europea
ha recentemente presentato una proposta di lavoro per implementare un Digital
Green Certificate con lo scopo di agevolare la mobilità tra
le persone durante questo periodo di pandemia, con particolare riferimento
ai cittadini dei paesi EU.
Ciò non costituirà un
prerequisito per la mobilità, l’obiettivo infatti è quello di facilitare i
viaggi e gli spostamenti di persone in Europa.
MA CHE COS’E’ ?
E’ un documento che
attesta che il titolare è stato vaccinato o
è risultato negativo al tampone oppure guarito dall’infezione, o una
combinazione di questi elementi.
Sarà disponibile in
formato digitale e/o cartacea e riporterà un QR code.
Sarà naturalmente
disponibile in lingua inglese e nella lingua del paese aderente e sarà valido
in tutte i paesi dell’unione europea.
COME FUNZIONERA’ ?
Conterrà un QR
code con digital signature per contrastare le falsificazioni del certificato
stesso.
Nel momento in cui
occorrerà utilizzarlo per una verifica, il QR code verrà scansionato e la firma
verrà controllata per attestarne l’autenticità oltre naturalmente a permettere
di accedere ai dati in esso contenuti.
Ogni ente o organismo
emittente (ospedale, centro di vaccinazione, ente governativo sanitario) avrà
la propria chiave come firma digitale. E questa sarà memorizzata in un data
base.
La commissione europea
implementerà un gateway. Attraverso questo gateway tutte le firme certificate
possono essere verificate in ogni paese aderente. I dati personali del
certificato non passeranno attraverso questo gateway in quanto non necessari
per verificare l’identità digitale del certificato.
COME SI POTRA OTTENERE
?
Le autorità nazionali
saranno abilitate ad emettere questo certificato da uno degli enti sopra
citati.
Il certificato in
versione digitale potrà essere memorizzato sullo smartphone per agevolarne
l’utilizzo
COME AGEVOLERA’ LA
MOBILITA’ DELLE PERSONE ?
Il certificato sarà
riconosciuto dagli stati membri dell’UE.
La persona che lo
mostra, quando viaggia dovrebbe essere esentato dalle restrizioni di
ingresso/uscita dal paese di destinazione ma rispettare tutto ciò che sarà in
relazione alle norme previste dal paese di provenienza in quel momento.
Se viceversa questo
paese di destinazione, tanto per fare un esempio, volesse richiedere al
titolare una quarantena o un tampone, dovrà giustificarlo alla commissione
europea.
QUALI DATI CONTERRA’ /
SARANNO AL SICURO I NOSTRI DATI
Dati personali come il
nome, la data di nascita, la data di emissione del certificato, dati su
vaccini, tamponi etc. e identificativo univoco.
Tutti questi dati non
saranno disponibili ai paesi di destinazione ad eccezione della firma digitale
per verifica autenticità.
I dati rimarranno in
un data base del paese origine che emetterà il certificato.
POSSIBLI EVOLUZIONI
SUI VACCINI/PANDEMIE
Naturalmente questo
certificato potrà evolvere per comprendere le possibili future
integrazioni sia di altri vaccini che evoluzioni e future pandemie e dati
connessi.
Pertanto non dobbiamo pensare solo alla
situazione attuale, potrebbe diventare, come ipotizzato durante la
conversazione, uno strumento essenziale come il passaporto, agevolando la
mobilità delle persone inizialmente nella comunità europea.
Tornando al nostro
paese, come probabilmente già saprete, in alcune regioni italiane da qualche
giorno si sta parlando di un equivalente certificato vaccinale locale per
consentire la partecipazioni ad eventi, e far ripartire il settore del turismo
a livello nazionale.
Lombardia, Lazio sono
alcune tra le prime regioni che lo hanno annunciato qualche settimana fa.
La mobilità delle
persone e dei viaggi nelle aziende multinazionali in ambito bancario è di
competenza della funzione security per ovvie ragioni di sicurezza sia lato
safety (normativa 81/08) che sicurezza fisica delle persone durante i viaggi e
la permanenza in paesi a rischio.
Un paese estero viene
considerato a rischio quando si verificano eventi particolari, incidenti gravi
o è presieduto da un regime autoritario, insomma un qualsiasi luogo che può
mettere a rischio l’incolumità delle persone durante lo svolgimento della
propria attività lavorativa.
Nei gruppi bancari
presso i quali ho lavorato e svolgo tuttora la mia attività, questa tematica è
gestita attraverso processi interni di prenotazione viaggi che coinvolgono la
funzione interna di intelligence e vari outsourcers come le agenzie viaggio che
hanno il compito di fornire regolari aggiornamenti sulla situazione del paese
in cui un collaboratore si deve recare per esigenze di business. Ciò al fine di
determinare attraverso un apposito processo autorizzativo la fattibilità di
quel viaggio.
Naturalmente ci sono
poi molti servizi collegati che contribuiscono alla sicurezza dei colleghi in
viaggio di lavoro all’estero con il costante monitoraggio e contatto con tutte
le figure preposte e coinvolte.
Per quanto riguarda il tema business,
per i clienti bancari ci sono esigenze di condivisione di informazioni
confidenziali che possono risultare meno semplici da trasmettere da remoto o
tramite incontri virtuali ed esigenze anche di compliance, tipo processi di
identificazione delle firme, per citare solo un esempio. Alcuni gruppi bancari
si sono già attrezzati da tempo per esternalizzare questi processi che
prevedono un’ufficiale certificazione riconosciuta dalle parti interessate,
altri stanno intraprendendo questa possibilità ma rimane sempre la problematica
businness della relazione clienti più difficilmente sostituibili con incontri
che non siano di persona.
L’idea del Digital
Green Certificate penso sia condivisibile a tutti i livelli, semplice come
concetto e usufruibile appieno per ogni realtà aziendale ed individuale ma la
complessità del progetto probabilmente risiede nella sua implementazione a
livello di paese e la prevista interoperabilità tra le piattaforme dei vari
stati, senza creare opportunità di discriminazione. Questo è è il primo
pensiero espresso da Draghi insieme all’immediata adesione del nostro paese
all'iniziativa europea in oggetto.
Negli Stati Uniti ed
in particolare a New York hanno già lanciato una APP equivalente nome Excelsior
Pass (passaporto vaccinale USA) su piattaforma IBM tecnologia Blackhawks.
Curiosità : come
probabilmente saprete, è stata pubblicata sui media una mappa dell’Europa
riportante dati statistici sugli spostamenti delle persone durante questi
ultimi 12 mesi circa.
E' una mappa realizzata da GOOGLE con
dati provenienti dagli smartphone e vari dispositivi mobili che hanno attivato
la localizzazione geografica.
Risultato sorprendente
dal mio punto di vista, pare che nei primi 8-10 mesi della pandemia, gli
spostamenti tra le persone nei vari paesi dell'Europa sono risultati abbastanza
coerenti con il livello di lockdown e restrizioni attivate nelle varie fasi,
prima ondata, regressione del contagio, impennata contagio da seconda
ondata. Ma nelle ultime settimane pare che in Francia e Spagna la mobilità
abbia registrato un incremento considerevole mentre nella maggior parte degli
altri paesi (Italia e UK compresi) le persone sono risultate molto più ferme.
Pare un fenomeno
interessante da seguire, uno spunto per future analisi e considerazioni.
Altro pensiero
personale, è’ chiaro che prima o poi questa pandemia finirà o quantomeno si
riallineerà alla stregua di altre patologie curabili in maniera più efficace di
quanto si possa oggi dire, forse ci vorranno ancora settimane o mesi,
sicuramente bisogna muoversi e pensarci per tempo, perchè questo tempo potrebbe
non essere poi così lontano.
Nella conversazione
sono emersi parere di scetticismo soprattutto sulle tempistiche di
implementazione di un certificato transnazionale di questo tipo ma sono
personalmente convinto che è uno strumento che se correttamente utilizzato
potrà dare benefici globali, certo il rischio rimane quello di proteggere
adeguatamente i nostri dati. E se non sarà sfruttato appieno in questo periodo
per tutte le complessità citate, potrà essere un valido strumento disponibile e
già sperimentato per future analoghe necessità.
Altro elemento
discusso è stato quello inerente la disponibilità e l'efficacia dei piani
pandemici in azienda.
Dalle esperienze personali
che ho maturato in questi campi, sia quelle più datate che quelle recenti,
posso confermare che è importante avere dei piani di resilienza aggiornati ma è
ancora più importante fare esercitazioni e misurare le proprie capacità con
continuità, dai sistemi per contattare le persone all'attivazione delle diverse
strategie di recovery previste per i diversi scenari di una crisi che
un'azienda può trovarsi ad affrontare, tra cui quello pandemico e nelle diverse
fasi della pandemia. Tra i test e le esercitazioni riveste poi una
particolare importanza la capacità di gestire una crisi, riunirsi di persona o
virtualmente, rapidamente, convocando tutte quelle persone che possono prendere
decisioni fin dalle prime fasi di una crisi per indirizzare le soluzioni più
adeguate ponendo come primo obiettivo e priorità la sicurezza dell'ambiente di
lavoro e delle persone.
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