Subject: Newsletter n.2 / 2017

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IL CENTRO STUDI DIFESA E SICUREZZA
Presenta
Il Convegno Nazionale
“Il Contesto giuridico del cyber. Visione attuale e di prospettiva dopo l’adozione della Direttiva NIS”

Giovedì, 9 marzo 2017
Senato della Repubblica
Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria Sopra Minerva
Piazza della Minerva, 38
Roma

L’avvento del nuovo dominio cyber ha creato un ambiente e modalità di rapporti assolutamente nuovi. In tale contesto, le attività della società, si sviluppano in maniera diversa da quella usuale. Si opera in un mondo assai poco controllato e regolato, per cui, in particolare, le attività di carattere aggressivo e scorretto, possono approfittare della mancanza di una consolidata struttura di contrasto e di controllo ai vari tipi di reato. Il contesto normativo e giudiziario che dovrà contrastare le azioni fraudolente e regolare lo sviluppo delle attività nel nuovo ambiente è tuttora in via di sviluppo. Da tempo si sta cercando di costruire, anche nel contesto cibernetico, una struttura di difesa e di contrasto che si possa opporre efficacemente ai reati cibernetici e possa garantire quell’ambiente di difesa e garanzia giuridica che caratterizza il mondo precibernetico. La direttiva europea NIS di recente approvazione, che presto dovrà essere inserita nell’ordinamento nazionale, costituisce un ulteriore contributo all’assetto ordinativo per la regolazione dell’attività cibernetica. Essa definisce compiti e responsabilità che, se disattesi, innescheranno interventi investigativi ed, eventualmente procedimenti sanzionatori. Il convegno si propone di fare il punto della situazione e formulare previsioni per il futuro, impegnando ed ascoltando i protagonisti del processo giudiziario magistratura, polizia giudiziaria ed avvocatura) ed il pensiero degli operatori cibernetici, degli accademici e dei responsabili politici.
Luigi Ramponi

Ore 09:00 APERTURA Gen. Luigi RAMPONI Presidente del CESTUDIS

dalle ore 09:10 alle ore 10:40  PRIMA SESSIONE FATTISPECIE DI REATO E RELATIVI PROVVEDIMENTI GIUDIZIARI

Coordinatrice: Dott.ssa Barbara CARFAGNA Giornalista RAI
Dott. Ivano GABRIELLI V. Quest. CNAIPIC Elencazione dei vari tipi di reato, modalità e procedimenti di indagine
Pref. Roberto SGALLA Direttore CNAIPIC Collaborazione con i colpiti – esigenze normative
Proc. Naz. Agg. Giovanni RUSSO Direzione Nazionale Antimafia Cyber terrorismo - attacchi e sistemi difesa
On. Stefano DAMBRUOSO Questore Camera dei Deputati DDL relativo ai captatori informatici
M. Giuseppe CORASANITI Università di Roma “La Sapienza” Il nodo della competenza giurisdizionale ed il ruolo dei contact-points 24/24 per il cyber crime
Avv. Stefano MELE Direttiva NIS (Network Information Security): suggerimenti per le aziende
Avv. Giuseppe VACIAGO Direttiva NIS: strumenti contro il cyber crime per le aziende

Ore 10:40-10:55 INTERVALLO

dalle ore 11:00 alle ore 12:15 SECONDA SESSIONE: IL PENSIERO INDUSTRIALE ED ACCADEMICO

Coordinatrice: Dott.ssa Carmen LASORELLA Giornalista RAI
Ing. Andrea BIRAGHI LEONARDO Spa
Ing. Massimo VULPIANI RSA
Ing. Gianluca ATTURA SELTA Spa
Prof. Roberto BALDONI Università di Roma “La Sapienza”
Prof. Luigi MANCINI Università di Roma “La Sapienza”
Prof.ssa Luisa AVITABILE Università di Roma “La Sapienza”

dalle ore 12:15 alle ore 13:45 SESSIONE FINALE IL PENSIERO POLITICO

Coordinatore: Gen. Luigi RAMPONI Presidente del CESTUDIS
On. Anna FINOCCHIARO Ministro Rapporti Parlamento
On. Pier Ferdinando CASINI Presidente Commissione Esteri Senato della Repubblica
Sen. Maurizio GASPARRI Vice Presidente del Senato
On. Massimo ARTINI Gruppo misto Camera dei Deputati
On. Angelo TOFALO COPASIR
On. Giacomo STUCCHI Presidente COPASIR
On. Andrea ORLANDO Ministro della Giustizia

Ore 13:45 CONCLUSIONI Gen. Luigi RAMPONI Presidente del CESTUDIS


Si prega di confermare la partecipazione entro il
giorno 6 marzo 2017 alle ore 12:00 ai
seguenti recapiti:
Tel. 06 5748374 dalle ore 09:00 alle ore 13:00
Email: segreteria@cestudis.it


Articolo

Cultura del rischio, quello che le aziende non sanno
Alla domanda relativa ai timori percepiti in merito alla sicurezza, il 72% delle aziende è abbastanza preoccupato riguardo possibili attacchi informatici. Ma investono abbastanza?

La recente indagine del Politecnico di Milano su un campione di 237 aziende presenta diversi aspetti interessanti e colgo l’occasione per soffermarmi su alcuni di essi. Alla domanda relativa ai timori percepiti in merito alla sicurezza, il 76% delle aziende ha dichiarato che è molto o abbastanza preoccupata per quanto riguarda la perdita o il furto di dati sensibili dell’azienda. Per quanto riguarda i possibili attacchi informatici ben il 72% è molto o abbastanza preoccupato. Si scende al 61% per quanto riguarda i danni reputazionali del brand.

Quest’ultimo dato lascia forse un po’ perplessi in quanto la perdita di dati sensibili, o le conseguenze di un attacco informatico come il blocco del servizio o del prodotto, hanno comunque nella gran parte dei casi un impatto sulla reputazione e sull’immagine dell’azienda (domando: viene fatta correttamente una valutazione del possibile impatto conseguente ad un atto malevolo? Le imprese conoscono e sanno applicare correttamente la business continuity?).
Cosa fanno le aziende del campione?
Notiamo che l’84% in media investe sulla sicurezza della rete, il 79% sulla sicurezza dei dati, e il 51% sui rischi della compliance.

Siccome non si fa cenno alle attività di sensibilizzazione del personale, queste forse sono state comprese nella gestione dei rischi e della compliance. E’ comunque un dato che lascia perplessi! Non sappiamo come si divide l’investimento tra compliance e miglioramento della cultura interna nell’affrontare i rischi sia finanziari sia operativi e reputazionali (derivanti da frodi, interne od esterne; da errori; da furti, ecc.); possiamo però dire, leggendo questi dati, che l’attenzione è maggiore nel fabbricare i muri perimetrali che nel convincere le persone, ad esempio, a stare attente a ciò che scaricano da Internet!

Un altro dato che induce a riflettere: la stessa indagine indica che solo il 38% ha detto che investe sulla sicurezza del “mobile” e sappiamo quante informazioni riservate vi sono sugli smartphone e sui tablet! (Non viene da domandarsi se le imprese hanno le idee chiare di cosa va fatto, e con quali modalità?).

Dall’indagine emerge anche che appare un miglioramento rispetto al passato, ma lascia perplessi il pensare che aspetti rilevanti, come la reputazione e la attenzione ai rischi operativi, non abbiano la giusta considerazione.

Incoraggia però il fatto che si noti un forte e crescente interesse ed impegno da parte delle Istituzioni, a tutti i livelli, nei confronti del cybercrime: ciò lascia anche ben sperare sui prossimi passi delle aziende per proteggersi da attacchi sempre più sofisticati. Infatti, la minaccia cresce in qualità e quantità.

VIA MONTEROSI 52, 00191, ROME, Italy
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