Subject: La newsletter di Finanza Consapevole

Newsletter - Finanza Consapevole

Anno 1 n.2

Ciao,

ben trovato in questo nuovo anno, eccoci al secondo numero della mia Newsletter.




Partiamo dal dare uno sguardo a come si sono comportati i mercati nel 2021:


MERCATI AZIONARI



Andamento al 27.12.2021



MERCATI AZIONARI - SETTORI


I migliori Energy & Real Estate negli Stati Uniti; Info tech & Energy in Europa.

A proposito di mercati, spesso ci si avvicina con modalità errate.

Facendosi irretire dagli andamenti altalenanti dei mercati. Ma spesso questa modalità danneggia il risultato finale. La storia mostra che gli investitori a lungo termine, che hanno mantenuto la "rotta" durante le altalene dei mercati durante le crisi e non hanno perso di vista i loro obiettivi finanziari sono stati premiati.

Quando il mercato è in calo e le notizie sono deprimenti, la voglia di farsi prendere dal panico e di "giocare sul sicuro" può essere la prima cosa che viene in mente di fare.

Il modo in cui un investitore sceglie di rispondere a questa momento negativo,  può influire notevolmente sulla sua performance a lungo termine.

Sempre più spesso gli investitori poi trovano il coraggio di rientrare nel mercato solo dopo che le cose si sono calmate, ma sfortunatamente, a questo punto, hanno già perso gran parte del recupero.

Basta guardare al passato per comprenderlo.

Una analisi del comportamento degli investitori di un operatore, ha misurato gli effetti delle decisioni degli investitori di acquistare, vendere e passare da e verso i fondi comuni di investimento in periodi di tempo a breve e lungo termine. Bene i risultati mostrano costantemente che i rendimenti medi degli investitori sono inferiori, in molti casi, di molto inferiori rispetto ai rendimenti degli indici di mercato.


I dati dicono che la media dei risultati degli investitori che escono dal mercato è del 6,2%, il mercato  10,7%!

Parliamo di Rendimenti annuali medi per il periodo di 30 anni che termina il 31/12/2020.


Una enorme differenza!


Negli ultimi 30 anni, i singoli investitori hanno sottoperformato le azioni  in media del 4,92% ogni anno!  Quindi tirando le somme: il comportamento degli investitori può determinare il successo più della performance degli investimenti.


Entrare e uscire dagli investimenti per prevenire perdite o acquisire guadagni è una delle ragioni principali per cui gli investitori hanno sottoperformato il mercato. Gli investitori ansiosi tendono a sopravvalutare il rischio di detenere investimenti azionari e sottovalutare il rischio di non detenerli.

Molti investitori cercano di regolarsi sugli alti e bassi del mercato e così modificare di conseguenza i loro investimenti di portafoglio. Niente di più sbagliato!


Sono tre le cose da ricordare:

 

  1. le crisi spingono a concentrarci sul negativo, e l'ondata di notizie di crisi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, contribuisce all’ansia per l'economia.

  2. l'ansia rende più vulnerabili a commettere errori di investimento che possono danneggiare i risultati a lungo termine.

  3. lavorare con un professionista, consulente finanziario per aiutarti a mantenere una prospettiva a lungo termine durante la crisi.


Certo si può anche non voler subire tutti questi sali e scendi...spesso si sente dire "il miglior giorno di sempre" e poi "il peggior giorno di sempre" in termini di movimenti del punto di mercato, aumentando così l'ansia a dismisura e come si resiste...esiste anche una altra modalità.

Un approccio graduale nel tempo, che fa entrare nel mercato azionario a pezzettini, come si suol dire a

spizzichi e bocconi. Un esempio renderà meglio questo approccio.

Premettiamo che tutti vorremmo sapere in anticipo quando investire

  • momento più basso per comprare

  • momento più alto per vendere


Ma nessuno può saperlo. Quindi ? Rateizziamo l'investimento lungo il tempo.


Un esempio:


Un commerciante di scarpe deve comprarle e poi rivenderle.


Prezzo all'ingrosso di oggi 50€, ma il prezzo varia in base al mercato

Ha a disposizione 500€

due scelte:

  1. investe subito tutti i 500€ e compra 10 scarpe al prezzo di 500€, ma il mese successivo il prezzo scende a 25€ e se vendesse tutto ora perderebbe il 50%

  2. decide di comprare 10 scarpe al mese :

  • mese 1 prezzo 10€ investe 100€ compra 10 scarpe

  • mese 2 prezzo 5€ investe 100€ compra 20 scarpe

  • mese 2 prezzo 5€ investe 100€ compra 20 scarpe

  • mese 4 prezzo 7€ investe 100€ compra 14 scarpe

  • mese 5 prezzo 9€ investe 100€ compra 11 scarpe


dopo questi 5 mesi ha investito tutti i 500€ e ha comprato 75 scarpe

A questo punto vende tutte le scarpe al prezzo attuale di 9€


Risultato :

675€ incassate a fronte di 500€ d'investimento, ma senza che il prezzo delle scarpe sia ancora tornato al prezzo iniziale!


Questo è il pac. Piano di accumulo capitale.


Ne parlo anche in questo video, dove intervisto Christian Coletto, Sales Director di Pictet AM e parliamo anche di trend di lungo periodo sui mercati.

Guarda!  😉

La parola sulla bocca di tutti e su ogni media, alla fine del 2021, quale è stata?

Sempre la stessa: Inflazione.


Certo a ben ragione guardando agli ultimi dati, da noi.


Infatti, l'Istat ha comunicato che nel mese di novembre 2021 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività ha registrato un aumento dello 0,6% su base mensile e una crescita del 3,7% su base annua (dal +3% del mese precedente)!!

Mentre l’inflazione di fondo (al netto degli energetici e degli alimentari freschi) - e quella al netto dei soli beni energetici sono salite dal +1,1% di ottobre a +1,3%. L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,9% per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo.

Per concludere con l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), che ha registrato un aumento dello 0,7% su base mensile e del 3,9% su base annua (da +3,2% del mese precedente). ...


Non male..


Come risaputo l’inflazione rappresenta un costo che pesa sul nostro capitale nel tempo. Una sorta di tassa inesorabile ma neanche tanto "occulta" che si magia parte della liquidità parcheggiata sul conto corrente.

Facciamo un esempio pratico. Ipotizziamo un capitale di 1.000.000 di euro, con un tasso di inflazione medio annuo del 3%. Applicando una formula precisa, si otterrà un capitale a dieci anni poco meno che dimezzato, ossia pari a 558.000 euro.

Direi sconfortante, eppure restano sempre abbondanti le riserve di liquidità, con sempre la sottointesa motivazione di logica "autoassicurativa”.


Per far fronte a gravi eventi negativi importanti (malattie, interventi sanitari, danni subiti o recati) rimane molto elevata la propensione all’accumulo di liquidità.


Ma quali sono poi le modalità più diffuse per fronteggiare questi grandi imprevisti:


1) Ricorso al risparmio cumulato / smobilizzo patrimonio > 40%

2) Vendita immobili di proprietà > 16%

3) Assicurazioni < 15%


Determinando così una allocazione inefficiente del risparmio detenuto a scopo precauzionale e anche una esposizione a potenziali rischi di perdite in funzione di necessità di smobilizzi patrimoniali in condizioni di mercato non favorevoli!


Quindi il reale problema di questa eccessiva liquidità è alla fine determinata da una errata percezione, una approccio globale dei bisogni del cliente, errata, fuori focus.


Le motivazioni alla base della scarsa diffusione di prodotti assicurativi di protezione sono essenzialmente:

•             Ridotta consapevolezza dei bisogni e delle conseguenze economiche dei rischi

•             Eccesso di fiducia nel sistema di welfare pubblico

•             Diffusione di atteggiamenti fatalistici

•             Preferenza ad accumulare riserve di liquidità precauzionale e proprietà reali

 

Auto-assicurazione vs. assicurazione, protezione dai rischi.

 

Un esempio, un cliente ha liquidità per 50k, e mantiene detenuta a scopo precauzionale 40K per autoassicurazione per danni all’abitazione, inabilità temporanea per il lavoro, spese sanitarie e danni a terzi, quindi senza prodotti di copertura, quindi l 80% destinato alla “ copertura” di questi rischi.

Se invece sottoscrive premi assicurativi per le diverse coperture, che abbiamo elencato, pagando premi assicurativi annuali per 2.200€, avrà polizze con massimali assicurati di 870.000 €

Risultato : Liquidità liberata = Liquidità precauzionale – premi assicurativi = 40.000 – 2.200 = 37.800 €

I premi annuali permettono di disporre di un monte massimali anche più di 350 volte superiore all’esborso e il pagamento dei premi assicurativi amplifica il grado di protezione del patrimonio!


Questo il vero problema.

 

In assenza di assicurazioni di protezione i clienti quindi detengono una riserva di liquidità elevata, che comprende sia quella transazionale, per le esigenze quotidiane, sia quella per i rischi assicurabili e non assicurabili, confondendo in un «unico conto» le disponibilità per le diverse esigenze!


Ma poi alla fine cosa è l'inflazione ?

Ne parlo nel mio episodio del podcast, ascolta:

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Memo, dal 1 gennaio cambia qualcosa...


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