Che poi, come ormai risaputo, il principale problema che l’economia USA sta affrontando è il livello assai elevato dell’inflazione.
Il rilevamento di Aprile segnalava un’inflazione a +8,3%.
Nell’ultima rilevazione della settimana scorsa è addirittura aumentata a +8,6%, il più alto degli ultimi 40 anni e questo malgrado la Federal Reserve abbia aumentato recentemente i tassi di interesse dello 0,50% e poi il 15/06 di ben 0,75%
Negli USA esistono 2 indici che misurano l’inflazione:
- il CPI (Consumer Price Index) che misura il livello di inflazione GENERALE dei prezzi;
- il CORE CPI che misura il livello GENERALE di inflazione depurato della variazione nei prezzi degli ALIMENTI e dell’ENERGIA.
Laddove il CPI continua a salire, il CORE CPI ha registrato un ribasso da 6,2% a 5,9%.
Questo significa che il maggior problema risiede nei costi dell’ENERGIA.
Il costo di 1 gallone di benzina è passato da $ 3,10 dello scorso anno a $ 5,8 (in alcuni Stati oltre $ 6) recentemente.
Questo spiega anche il forte differenziale tra CPI e CORE CPI pari a 2,7% (8,6-5,9)
Questo malgrado gli USA siano tra i principali produttori di Petrolio e GAS al mondo.
La Federal Reserve ha già pianificato ulteriori aumenti dei tassi di interesse nei prossimi mesi.
Il problema risiede nel fatto che ulteriori aumenti in tempi brevi potrebbero generare una recessione dell'economia USA.
La FED è impegnata nel ricercare una soluzione che eviti una RECESSIONE accompagnando i dati e aumentando i tassi conseguentemente.
Viene definito Soft Landing (atterraggio morbido).
IL mercato non sembra (per il momento) ritenere questo possibile e stà ANTICIPANDO una futura recessione.
Il forte ribasso da inizio anno ha colpito i 3 Indici: DOW, S&P500 e Nasdaq.
Nel Nasdaq il ribasso dei titoli e´ stato trasversale, non ha risparmiato nessun settore.
Tutti gli altri Settori hanno subito ribassi equivalenti.