Cari amici,
Cosa è il tempo?
E’ possibile operare sulla sua struttura?
Questa è l’argomento che il dr. Paret ha
sviluppato nelle opere “Oltre la Trance”
e
“L’energia segreta della Mente” riunendo
e svelando sapienze millenarie aggiornate alle
più moderne tecniche quantistiche.
La percezione del tempo è un concetto che
ha nella mente la sua base. Per qualcuno è
veloce, per qualcun altro lento. A volte in un
giorno facciamo più cose che in una settimana.
Un’intuizione che magari cambia tutta la nostra
vita avviene in pochi secondi. Nel sonno non
percepiamo lo scorrere del tempo mentre in altri
momenti sembra fermo. La supposizione che il
tempo debba sempre avere la stessa durata si
rivela ad un’analisi approfondita illusoria.
Quanti hanno sperimentato ad esempio
l’esperienza che nel sogno sembrano passare ore
o addirittura giorni, mentre magari hanno chiuso
gli occhi per pochi secondi di tempo?
Il mistero inizia già nella definizione di
questo. Se chiediamo del resto ad un fisico,
avrebbe difficoltà a spiegarci perché il tempo
deve essere per forza sempre lineare ed
unidirezionale, cioè dal passato al futuro.
Il tempo esiste però nell’uomo, e ne condiziona
la vita e la salute. L’uomo ha la capacità di
programmare utilizzando il confronto tra
quello che è avvenuto e quel che pensa debba
avvenire e corrisponde ad una sua funzione
mentale. A differenza degli animali, l’uomo è in
grado di crearsi una “programmazione” mentale di
come vuole vedere le cose.
E’ questa programmazione che è la tela di fondo
sulla quale si dipana la nostra vita e quel che
facciamo, i nostri obiettivi e quello che
chiamiamo il nostro futuro.
Ma l’idea stessa del tempo è umana e nasce nella
nostra mente. Per realizzarla è infatti
necessario “concettualizzare” in modo da
determinare gli elementi che variano e seguirli
nella loro variazione.
E’ infatti proprio il nostro “software”
mentale che letteralmente ci “crea” la
sensazione e la percezione del tempo. La nostra
mente programma per scopi di sopravvivenza e di
attenzione; tant’è vero che in situazioni di non
programmazione (es. stati di meditazione, di
abbandono, di estasi) la percezione del tempo e
della realtà cambia e vi è un altro tempo; si
può accedere allora ai “momenti senza tempo”
che coincidono con attimi di espansione e di
contatto con la nostra natura.
Ancora, in ipnosi possiamo creare la
cosiddetta “distorsione temporale” fino ad
arrivare a casi dove in un tempo esterno di
pochi minuti il soggetto è in grado di vivere
ore se non giorni di esperienza all’interno
della sua mente, completa di ogni dettaglio .
Soggettivamente non vi è quindi un solo “tempo”
ed in un secondo può esservi l’infinito.
Nei nostri corsi, ad esempio, spesso lavoriamo
con la “distorsione temporale” con
tecniche nostre esclusive. Dopo l’esercizio
alcuni allievi ci raccontano di provare una
profonda distorsione della realtà e di aver
magari pensato che fosse passata mezz’ora,
mentre in realtà non erano passati pochi minuti.
Il tempo soggettivo può quindi essere differente
dal tempo fisico.
Terapeuticamente con tecniche specifiche
possiamo eliminare in pochi istanti ansie ed
altre emozioni. Se infatti andiamo ad esaminare,
le nostre emozioni hanno normalmente come base
il tempo e rappresentano un qualcosa che ci
spinge nell’azione sulla linea temporale.
Le nuove dimensioni si aprono quando capiamo
interiormente la chiave che l’uomo non è solo
programmazione lineare. La programmazione
lineare è solo un utilizzo particolare della
mente umana con uno scopo finito legato ad un
obiettivo. Invece, in quei momenti, quando si
esce dalla programmazione e si vive il qui e
ora, si può estrarre la vera potenza,
cominciando dapprima ad accedere a quello che
alcuni chiamano mente quantica, altri
“superconscio”, altri “coscienza superiore” e
poi infine facendo proprio uno stato nuovo nel
quale realizzare i veri potenziali. Questo è il
vero segreto per ottenere risultati con
l’autoipnosi e qualsiasi altra tecnica mentale.
Possiamo infatti andare oltre il nostro modo
abituale di creare il tempo e programmare ciò
che ci chiude altrimenti in quella che è
chiamata la “legge del divenire”. Questa
implica un susseguirsi orizzontale e conseguente
di avvenimenti legati ad una causalità.
E’ un modo di vivere inferiore, e più siamo
“mangiati” dalle cose, più queste si mangiano
anche il nostro tempo presente, e infine anche
il nostro stesso corpo. Tutte le malattie
psicosomatiche sono infatti legate a un
“tendere” verso le cose. Pensiamo ad esempio
all’ansia. E’ un respirare più rapidamente per
poter mettere in azione il nostro organismo e
prepararlo all’azione. Ma se questa azione non
avviene, poiché in realtà il rischio esiste solo
nella nostra testa, allora questo atto crea
particolari reazioni biochimiche nel corpo che
se mantenute troppo a lungo tendono a fissarsi.
(continua...)
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