Subject: [Tendenze Digitali/6] A cos'è dovuto il successo di Wordle | Il potere digitale in mano a 3 aziende | La Germania vieta Telegram?

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Ciao!


Eccoci con la sesta puntata di Tendenze Digitali, newsletter che continua a crescere giorno dopo giorno. Ricordo che, se vi va, potete inoltrare questa mail ai vostri contatti o condividerla sui canali social. In caso, grazie mille.


Di seguito i tre argomenti di oggi. Buona lettura!

1. Perché Wordle sta avendo così successo

Da alcuni giorni le bacheche social sono intasate da quadratini colorati. Il motivo? Si tratta di Wordle, gioco lanciato a novembre, ma che sta avendo una crescita esponenziale nelle ultime settimane:

"Wordle è un gioco, apparentemente semplice, che tutti quelli che conoscono un po' d'inglese possono fare on line. Consiste nel trovare la parola corretta composta da 5 lettere, che si individuano attraverso altrettanti tentativi. Ovvero? Inserite cinque parole e il sistema vi dice se e quali lettere tra quelle che le compongono sono incluse in quella da indovinare: evidenzia in verde le lettere giuste al posto giusto, in giallo le lettere giuste, ma che avete messo nel posto sbagliato, in grigio quelle che non ci sono affatto".

Il suo creatore, di nome Wardle (con la a), lo aveva creato per far divertire la sua compagna e, dopo averlo fatto circolare nel gruppo Whatsapp di famiglia, ha deciso di pubblicarlo online. La viralizzazione è avvenuta soprattutto grazie all'introduzione sul sito di un tasto di condivisione sui social, tasto che permette di mostrare ai propri amici/follower i tentativi di indovinare le parole. Il gioco, in generale, funziona perché a) è intuitivo b) ricorda altri giochi enigmistici e c) dà la possibilità di indovinare una sola parola al giorno (sì, amici esperti, volendo si può cambiare browser), caratteristica che ne aumenta la desiderabilità. E voi, lo avete provato?

2. Tutto in mano a 3 aziende

Passiamo a un'infografica di Visual Capitalist, che ci mette di fronte a un dato di fatto a cui facciamo troppo poco caso: la concentrazione del potere digitale nelle mani di pochi soggetti. Come potete vedere dall'immagine, le piattaforme social più utilizzate in assoluto nel mondo appartengono a tre aziende: Meta, Alphabet e Tencent.

Con implicazioni di carattere geopolitico, visto che le 5 app con il numero maggiore di utenti attivi sono statunitensi: Facebook, Youtube, Whatsapp, Messenger e Instagram. App che appartengono al gruppo Meta, eccetto Youtube, che fa parte di Alphabet (proprietaria, a sua volta, anche di Google). Per il resto i social parlano cinese: WeChat (Tencent), Kuaishou e TikTok (Bytedance) superano il miliardo di utenti. Fuori da questi due blocchi si colloca Telegram, di origine russa, ma con sede a Dubai. Una riflessione? I social possono costituire a tutti gli effetti uno strumento di soft power.

3. La Germania butta giù Telegram?

E, a proposito di Telegram, la Ministra dell'Interno del governo tedesco, Nancy Faeser, ha reso noto che la Germania non esclude di proibirne l'uso sul proprio territorio. Perché? Da un confronto con le forze di polizia è emerso che i no-vax radicali hanno utilizzato l'app di messaggistica istantanea per coordinare le proprie iniziative. La chiusura sarebbe comunque l'extrema ratio:

La chiusura di Telegram, ha spiegato la Ministra, “non può essere esclusa” anche se tale scelta “seria” va presa “come ultima risorsa” nel contrasto ai fenomeni di antagonismo. “Tutte le altre opzioni devono essere prima esaurite”, ha garantito Faeser.

L'8 dicembre la magistratura aveva aperto un'inchiesta dopo che alcuni giornalisti tedeschi erano riusciti a entrare in gruppo Telegram di no vax contenente messaggi audio che invitavano a opporsi, “se necessario con le armi”, alle misure di contrasto alla pandemia.

L'app pullula di gruppi sovversivi e, per questa (e qualche altra) ragione, diversi stati stanno valutando di intervenire. La chiusura, in ogni caso, non è affatto facile. Staremo a vedere.

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E anche per oggi chiudiamo qui. Grazie per la lettura e a presto!

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