Subject: Etica e Rispetto nelle Arti Marziali

Ciao Friend,

Etica e rispetto nelle arti marziali

L’etica  è l’insieme delle regole che rendono la nostra arte rispettosa e rispettabile.
E qui si comincia a slittare verso un altro termine interessante: il rispetto. Un principio che dovrebbe essere un vero e proprio cardine, colonna portante di discipline come la nostra, ma che spesso viene gettato senza pietà nel dimenticatoio.

Cos’è il rispetto? Possiamo definirlo come una debita considerazione che un essere umano ha di qualcos’altro, nel senso di ritenere quest’ultimo degno di considerazione in modo da non trattarlo da inferiore, peggiore, con indifferenza, sottostimandolo, sottovalutandolo o non riconoscendone comunque l’importanza. A mio avviso, la morale insita nelle arti marziali dovrebbe essere innanzitutto un’etica del rispetto: senza quest’ultimo si rischia di cadere in situazioni che possono frenare anche i nostri progressi tecnici.
Cosa, però, è degno di rispetto in un contesto come il nostro?

Rispetto per il Maestro
O per l’istruttore, insegnante. Quando una persona vi concede tempo, sudore e fatica è quantomeno degna del vostro rispetto. Cosa significa rispettare un insegnante? Come minimo, per prima cosa ascoltare quando parla. Ci sono persone che, in un dialogo, non fanno altro che aspettare il proprio turno per parlare: quando parla l’altro, semplicemente pensano a cosa dovranno dire quando toccherà a loro. Non stanno per nulla a sentire quello che gli stai dicendo.
Non so voi, ma io con persone così ho scarsa tolleranza, anche se il rispetto non deve mai mancare. Semplicemente, quando mi accorgo di essere davanti a qualcuno che dialoga così, lo lascio parlare e perdo interesse nel comunicargli la mia opinione. Tanto non la ascolterebbe perché gli interessa solo dire la sua a me. Vuoi per sfogarsi o per vantarsi, per bisogno o egocentrismo, la cosa migliore è rendersi conto che non si è affatto in un dialogo, ma in un monologo.
Lao Tzu avrebbe detto che queste sono persone con la loro tazza piena del loro tè, che quindi non possono riempirla con quello altrui. Di fronte ad un insegnante è quindi buona norma svuotare la propria tazza, e se per caso sarà lui ad aspettare solo il proprio turno per parlare, beh, avete capito qual è il mio consiglio.

Rispetto per i compagni
Ovvio: se il maestro naviga al timone, con loro siete invece tutti sulla stessa barca. Non è molto carino mettersi in situazioni in cui il pettegolezzo, lo sparlare, le malelingue sono la regola. L’invidia, la gelosia, il disprezzo sono sentimenti che dovrebbero rimanere sempre fuori da ogni contesto marziale. Eppure sono presenti molto piú di quel che si crede. I vostri compagni sono fratelli di pratica e, a parte il principio di non portar rancore ad alcuno a priori, è assolutamente inutile invidiare un avanzato o disprezzare un principiante; trattare le persone come inferiori non serve di sicuro a migliorare. L’ego è il primo vero nemico del praticante.

Rispetto per voi stessi
Con l’ego si entra chiaramente nella questione del rapporto con sè stessi. Non rispettarsi significa non rendersi conto dei propri limiti, cosa che spesso ci fa cadere nell’essere irrispettosi verso i compagni. Significa però anche non riconoscere i propri pregi: la tipica mancanza di autostima, il non vedere il proprio valore e i miglioramenti. Purtroppo queste cose sono spesso dovute al comportamento di alcuni Maestri, quando non fanno altro che sottolineare che voi non siete nessuno perché per essere qualcuno bisogna essere o come loro, o allievi loro o dei loro "sacri" Maestri cinesi. Tutte storie, ragazzi: siete degni di rispetto non appena buttate il sangue per allenarvi. Ogni altra considerazione sul fatto che per valere qualcosa dobbiate essere nell’associazione A piuttosto che nella B è propaganda marziale.

Rispetto per la vostra arte
voi rispettate la vostra arte se le dedicate energia, tempo, pensieri e sudore. 


Saluti
Sifu Carlo





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